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Un dato di partenza: dal 2018 al 2019 la resa media è scesa dal 29% al 27% e nel 2020 al 23% (ma con dinamiche connesse alla pandemia).

Nel 2020 il 70% del fatturato di Meli è stato generato da titoli con resa < 20% e compresa fra il 25% e il 30%; qui sta oltre la metà dei titoli.

Al contrario le due classi di titoli con le peggiori performance di resa (dal 30% al 35% e oltre il 35%) rappresentano il 22% del numero totale dei titoli movimentati ma il contributo sul fatturato è solo del 10%. 

Negli editori medio-piccoli e piccoli i titoli con una resa >35% sono il secondo gruppo più numeroso per movimenti e il loro peso sul fatturato è del 17%.

I titoli peggio performanti, insomma, non sono una minoranza esigua: una riduzione del loro tasso di resa potrebbe portare a benefici per tutta la filiera.

“Se considerassimo per un momento questo insieme di editori piccoli e medio-piccoli come un unico editore, con la capacità di analizzare i risultati di questa porzione di catalogo, tralasciando tutti gli aspetti più propriamente editoriali e concentrandoci invece sulla quantità e qualità della distribuzione e le attività commerciali che le hanno determinate, riteniamo che sarebbe possibile elaborare piani e azioni concrete per migliorarne i risultati.”

Da un intervento di Giuseppe Risetti che sarà parte di Mercanti di cultura. Modelli editoriali in transizione, edizioni Poligrafo.