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Prima di tutto l’algoritmo (quello dei colossi del web, ovvero la logica portata a metodo universale). Iniziamo col pensare che potrebbe non essere di per sé nemico dell’autonomia di pensiero e del progetto editoriale del libraio. Un algoritmo può essere impostato per aumentare i consumi e basta, o può essere impostato per comprendere i propri clienti e per soddisfarne i bisogni. Non lo potrebbe usare a proprio beneficio anche il libraio? Sì, se l’algoritmo è guidato e corretto dal suo progetto editoriale e imprenditoriale. 

Lo sviluppo di strumenti che entrino a far parte del processo che ‘porta’ il libro dall’editore al lettore, cioè l’innovazione della distribuzione, ha come presupposto fondante che la consapevolezza dei dati del settore e della propria impresa è indispensabile per ottimizzare le proprie scelte e aumentare l’efficienza. 

Spesso l’analisi dei dati viene vissuta come un atto di resa della purezza dell’intuizione editoriale ai freddi numeri. Invece è l’esatto opposto: per ottenere il massimo dall’intuizione editoriale, servono valutazioni del potenziale di ogni scelta, conoscenza della propria storia, consapevolezza degli effetti delle azioni passate. 

In questo scenario il distributore ha un ruolo importante: quello di costruire strumenti “non prescrittivi”, ma di “analisi” e “orientamento” per tutti i soggetti della filiera, dall’editore al venditore al libraio. Gli applicativi di business intelligence (gli stessi che rappresentano visivamente i dati della pandemia e il suo corso, più ricchi e chiari dei vecchi grafici) “devono essere messi a disposizione degli attori della filiera perché possano comprendere il proprio posizionamento rispetto ad altri, sfruttare al meglio le proprie potenzialità o correggere il tiro dove serve, senza rinnegare la propria strategia individuale ma al contrario rafforzandola e imprimendole la giusta direzione. Imparare dai colossi del web non per inseguirli sul loro stesso piano, ma per rimanere al centro della propria clientela, con la costruzione di un assortimento – della proposta editoriale per l’editore, dell’esposizione in libreria per il libraio – che rappresenti appieno la propria impresa, la propria identità, il proprio ruolo.

Da un intervento di Angela Di Biaso che sarà parte di Mercanti di cultura. Modelli editoriali in transizione, edizioni Poligrafo.